"Il via libera dato dal presidente
uscente Joe Biden agli ucraini per colpire in profondità il
territorio russo rappresenta un passaggio cruciale nella
gestione del conflitto ucraino. È difficile non intravedere un
tacito accordo tra Biden e Donald Trump, volto a garantire una
continuità strategica fino al 20 gennaio, data in cui il nuovo
presidente assumerà pienamente il controllo della politica
americana". Lo ha detto il professor Arduino Paniccia, docente
di Studi strategici e presidente dell'Asce, Scuola di guerra
economica e competizione internazionale di Venezia, intervenendo
a Udine a un incontro tra esperti.
"Questa dinamica - ha proseguito - non si limita al teatro
ucraino ma si riflette anche nel sempre più complesso panorama
del Medio Oriente". Secondo Paniccia, "per Zelensky l'incertezza
sulla prosecuzione del fermo appoggio militare ed economico da
parte degli Stati Uniti è una seria preoccupazione, perché la
debolezza politica ed economica dell'Europa rende chiaro che il
sostegno americano è insostituibile".
Un nodo cruciale, a detta dell'esperto, "sarà verificare se
la Nato riuscirà a fungere da garante per l'Ucraina, soprattutto
sul punto nevralgico della cessione temporanea delle aree
occupate dai russi". Paniccia ha concluso sottolineando che
"Biden chiude il suo mandato con mosse incisive, lasciando al
suo successore un quadro dove le tregue, seppur fragili,
rappresentano un terreno di lavoro da consolidare. La sfida di
Trump sarà trasformare questi delicati equilibri in una politica
estera più stabile e coerente, su cui costruire l'eventuale
pace".
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