Trasportare antimateria su un semplice furgone: sembra fantascienza, ma potrebbe diventare realtà nel 2025 grazie a due progetti in corso al Cern di Ginevra chiamati Base-Step e Puma. In caso di successo, più gruppi di ricerca potrebbero studiare in modo approfondito l'antimateria, ossia la forma speculare della materia difficilissima da analizzare perché si distrugge appena entra in contatto con la materia tradizionale.
Nota da oltre un secolo, l'antimateria è in tutto e per tutto uguale alla materia tradizionale ma con alcune caratteristiche quantistiche di segno opposto, come la carica elettrica, che fanno sì che appena materia e antimateria entrano in contatto si cancellano a vicenda per annichiilazione, rilasciando energia.
Nonostante l'antimateria venga utilizzata in alcuni ambiti, ad esempio in campo medico con la Tomografia a emissione di positroni (Pet) dove si utilizzano anti-elettroni, è impossibile toccarla e trasportarla da un luogo all'altro.
Al Cern esiste uno dei pochissimi laboratori al mondo in grado di generare anti-protoni e proprio per trovare una soluzione al problema del trasporto sono nati due progetti distinti in competizione tra loro e che puntano a risolverlo entro il 2025. Uno dei due, Base-Step, è appena riuscito nell'obiettivo di trasportare con un furgone, all'interno di una cassa refrigerata a bassissime temperature, una nuvola di 70 protoni. "Se puoi farlo con i protoni, funzionerà anche con gli antiprotoni", ha detto Christian Smorra, alla guida di Base-Step. "L'unica differenza - ha aggiunto - è che hai bisogno di una camera a vuoto molto migliore per gli antiprotoni".
Questioni puramente tecniche ma risolvibili, sostengono i ricercatori di entrambi gli esperimenti, e proprio per questo stimano che il traguardo potrà essere raggiunto già nel prossimo anno. L'obiettivo, aggiungono, è rendere possibile una vera e propria rete di trasporto di antimateria dal Cern verso i laboratori specializzati di tutta Europa.
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