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'Iap', identikit della malattia che toglie il respiro

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'Iap', identikit della malattia che toglie il respiro

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In collaborazione con Msd

Ipertensione arteriosa polmonare per 3.500 persone in Italia

Roma, 27 novembre 2024, 14:50

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Michele D 'Alto, 'Ipertensione polmonare, Dipartimento di Cardiologia, ospedale Monaldi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Michele D 'Alto,  'Ipertensione polmonare, Dipartimento di Cardiologia, ospedale Monaldi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Michele D 'Alto, 'Ipertensione polmonare, Dipartimento di Cardiologia, ospedale Monaldi - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Msd

Insorge in maniera sfumata, ma poi progressivamente peggiora fino a compromettere in maniera drammatica la quotidianità, la vita sociale, lavorativa e affettiva del paziente. L’ipertensione arteriosa polmonare colpisce in Italia 3.000-3.500 persone, in Europa circa 30.000. “Origina direttamente nelle arteriole polmonari, determina aumento della pressione nel piccolo circolo e scompenso cardiaco per l’impegno della parte destra del cuore”, ha spiegato Michele D’Alto, responsabile del Centro per l’Ipertensione polmonare, all’Ospedale Monaldi di Napoli nel corso dell’evento di presentazione della campagna “Al Cuore del Respiro. Ipertensione arteriosa polmonare, conoscila in profondità”, promossa da Msd con il patrocinio di Associazione Malati Ipertensione Polmonare (Amip) e Associazione Ipertensione Polmonare Italiana (Aipi). L’ipertensione arteriosa polmonare è una malattia subdola perché caratterizzata da sintomi che sono tipici di altre patologie molto più diffuse. “I sintomi poco specifici e più comuni sono fiato corto, affanno, gonfiore alle gambe, per questo la diagnosi è difficile e spesso tardiva (più di due anni)”, ha aggiunto D’Alto. “Mentre una diagnosi precoce e la presa in carico in un centro esperto possono salvare tante vite. Fondamentale è la collaborazione tra clinici, aziende farmaceutiche, istituzioni e associazioni pazienti”. La malattia negli ultimi anni ha beneficiato di molti progressi. In passato il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare consisteva nel trapianto di polmone o cuore-polmone come unica opzione terapeutica. Negli ultimi dieci anni il percorso terapeutico è cambiato, con l’introduzione di farmaci che allungano la sopravvivenza e migliorano la qualità di vita dei pazienti. Tuttavia, resta un grande bisogno di strategie terapeutiche innovative. “Negli ultimi anni, il coinvolgimento delle rappresentanze dei pazienti è diventato sempre più centrale nei lavori delle società scientifiche, degli istituti di ricerca, delle istituzioni europee, delle autorità regolatorie”, ha affermato Pisana Ferrari, presidente dell’Associazione Ipertensione Polmonare Italiana. “È fondamentale la collaborazione tra clinici, associazioni dei pazienti, aziende farmaceutiche e istituzioni che, attraverso un costante dialogo e sinergie, possono dare risposte ai bisogni clinici ancora insoddisfatti delle persone affette da ipertensione arteriosa polmonare", ha concluso D’Alto.

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