"La sfrontatezza di Salvo Riina è
stata premiata dal settimanale Gente che ha ben pensato di
elevare il rampollo mafioso a persona che ha da dire qualcosa di
interessante, siglando con lo stesso un'intervista "in
esclusiva" per denunciare la situazione nelle carceri italiane.
Lui, mafioso e figlio di un mafioso sanguinario che denuncia la
situazione "infernale" nelle carceri italiane". Lo afferma in
una nota Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano
ucciso dalla mafia e responsabile nazionale Legalità di Azione,
commentando le recenti dichiarazione anche su Facebook del
figlio di Totò Riina in occasione dell'anniversario della morte
del padre. "Riteniamo che la famiglia Riina debba essere
relegata al silenzio ed al dimenticatoio. Nessuno di loro ha mai
rinnegato le gesta sanguinarie della famiglia e anzi, lo stesso
Salvo Riina si occupa proprio di "pubblicizzare" il marchio di
famiglia attraverso libri, fiction ed interviste. Il prossimo
passaggio sarà quello di invitare Riina a parlare con gli
studenti?". Per Sonia Alfano "questo macabro tentativo di
riabilitazione di chi ha scritto la storia peggiore del nostro
Paese sul sangue innocente, è uno schiaffo a chi dalla stessa
mafia è stato ucciso, ed è un continuo oltraggio al dolore dei
familiari delle vittime innocenti della mafia che scontano, al
posto dei mafiosi, il fine pena mai del dolore. E se veramente
si vuole affrontare il problema delle carceri italiane, si dia
voce ai detenuti che non si sono macchiati di atroci reati e che
vivono seriamente l'inferno".
"Riina taccia - prosegue Alfano - e si ricordi che l'inferno
lo ha inferto la sua famiglia a tutti noi familiari delle
vittime di mafia e agli italiani onesti". La responsabile
Legalità di Azione conclude sottolineando che "l'informazione
dovrebbe rivestire un ruolo nobile e fondamentale per la verità
e la democrazia, e questo modo di ridisegnare la storia è degno
della peggiore rappresentazione di cattiveria e volgarità
d'animo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA