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40 anni senza Berlinguer, l'omaggio della città di Cagliari

40 anni senza Berlinguer, l'omaggio della città di Cagliari

Angius: 'ricordo il feretro sotto la pioggia tra 2 ali di folla'

CAGLIARI, 28 novembre 2024, 19:33

Redazione ANSA

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La Regione ricorda Enrico Berlinguer, storico leader del Pci, a quarant'anni dalla scomparsa. "La lezione della storia: 1984-2024 | 40 anni senza Berlinguer", è il titolo dei due eventi. Oggi pomeriggio prima tappa a Cagliari all'auditorium di Sa Manifattura, poi il 12 dicembre a Sassari, nell'auditorium provinciale, in via Monte Grappa.
    Commosso il ricordo di Gavino Angius, sassarese, classe 1946, uno dei giovani dirigenti del Pci promossi da Berlinguer.
    "Quando morì - ha raccontato - ci fu il pianto di tante persone.
    Mi ricordo che c'era Pertini, era rimasto sempre in ospedale.
    Venne anche Craxi. Quando morì il primario non parlò di morte o di scomparsa, parlò di cessazione degli impulsi elettrici. A Padova c'erano dolore e sgomento. Il feretro passò per 35 chilometri in mezzo a due ali di folla sotto l'acquazzone. Ma io mi ricordo questa scena: sei operai di Marghera che avanzarono tra la folla. E dissero: 'portiamo noi Berlinguer sull'aereo'.
    Tutti rimasero allibiti. Era il loro omaggio a Berlinguer".
    Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha parlato di questione morale, tanto cara al segretario comunista: "Ora noi diamo per scontato che ciò che è pubblico è dei partiti, invece non è così. I partiti sono delle associazioni private. E invece occupano la Rai". Il politico? "Non deve essere un tecnico - ha chiarito il giornalista - ora non c'è più distinzione tra politica e amministrazione. Questo governo ha combinato dei disastri. L'autonomia differenziata è stata appena devastata dalla Corte Costituzionale, questo dimostra come è stata realizzata".
    Durante l'evento è stato sottolineato il coraggio di Berlinguer di dire no a Mosca. "In quel momento - ha rievocato cordato la presidente delle Regione Alessandra Todde - era difficile. E lui ha detto no a Breznev: ha detto, perché era un politico preparato anche a capire la realtà che lo circondava, che voleva un comunismo che si potesse esprimere liberamente".
   
   

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