"Non ho visto prove che sia lui il killer". Lo ha detto in una conferenza stampa Thomas Dickey, l'avvocato di Luigi Mangione, il 26enne arrestato per l'omicidio del ceo di UnitedHealth a New York. "Gli ho detto che si dichiari non colpevole", ha aggiunto.
Mangione è stato incriminato ieri a New York per omicidio di secondo grado: lo riporta la Cnn. Oltre al reato di omicidio, Mangione è stato incriminato per quattro reati: tre per possesso di un'arma da fuoco e uno per possesso di un documento falso, aggiunge l'emittente, che cita documenti giudiziari online.
Il possesso dell'arma si riferisce a una pistola fatta in casa con una stampante 3D e un silenziatore che Mangione aveva in uno zaino. Durante la sua presenza in tribunale il suo profilo X è stato sospeso. Mangione, che resta in carcere senza cauzione, ha contestato le affermazioni del giudice secondo cui era in possesso di una significativa quantità di denaro (ottomila dollari e altri fondi in valuta estera) e aveva usato un dispositivo che avrebbe mascherato le sue comunicazioni elettroniche per evitare di essere rintracciato. Questo dispositivo, secondo il giudice, potrebbe essere stato usato per eludere le indagini. Alla domanda se fosse rimasto in contatto con la famiglia, Mangione ha risposto "fino a poco tempo fa".
La famiglia di Luigi Mangione sotto shock rompe il silenzio
La famiglia di Luigi Mangione ha rotto il silenzio: "Siamo devastati e sotto shock per l'arresto di Luigi", hanno fatto sapere i familiari in una dichiarazione diffusa da Nino Mangione, un cugino del ragazzo che ricopre il ruolo di deputato repubblicano al parlamento statale del Maryland.
Nel comunicato i parenti di Luigi porgono le loro preghiere alla famiglia di Brain Thompson, il Ceo ucciso e chiedono al pubblico di pregare "per chiunque altro è coinvolto nella vicenda".
I Mangione, di origine siciliana, sono una famiglia benestante di Baltimora con una presenza significativa nel settore immobiliare e sanitario della città del Maryland: possiedono campi di golf, un resort, una rete di case di cura e una radio locale di stampo conservatore. Secondo quanto hanno riferito ex compagni di Luigi al liceo privato dove era primo della classe e poi a UPenn dove si era doppiamente laureato in scienze informatiche, i genitori da mesi avevano perso le tracce del figlio e per questo, senza successo, ne avevano chiesto notizie agli amici. Luigi - ha detto al New York Times uno dei compagni del liceo - aveva tagliato i ponti con tutti dopo aver subito un intervento alla spina dorsale che non aveva apparentemente risolto i dolori cronici che gli impedivano di fare sport e di avere una normale relazione intima con le ragazze.
La polizia di Ny: 'Mangione si considerava un eroe contro le mutue, rischio emulazione'
Luigi Mangione, il giovane accusato di aver ucciso il Ceo di United Healthcare Brian Thomson, "si vedeva come un eroe che aveva finalmente deciso di agire contro le ingiustizie" del sistema sanitario privato e adesso c'e' la possibilita' che qualcuno "lo consideri un martire di cui seguire l'esempio".
Questo il giudizio della polizia di New York che ha analizzato il manifesto trovato con il giovane al momento dell'arresto. Luigi, secondo la lettura del manifesto da parte del dipartimento Intelligence e Antiterrorismo della polizia, considerava l'assassinio del capo del colosso sanitario come "un simbolico attacco e una diretta sfida alla presunta corruzione e ai giochi di potere" delle mutue private".
Spopolano in rete gadget con le parole dell'assassinio del Ceo
Felpe, magliette, berretti, tazze e altri oggetti con su scritte le parole "defend", "deny", "depose" incise sulle pallottole trovate sul luogo dell'assassinio del Ceo di United Healthcare Brian Thompson, di cui è accusato Luigi Mangione, hanno spopolato per varie ore su negozi online come Amazon, Ebay, Etsy e Temu. Amazon ha rimosso gli oggetti (tra questi una "Deny Defend Depose T-Shirt" da 24,55 dollari) dopo esser stata raggiunta dal Washington Post che per primo aveva notato il proliferare dei gadget legati all'assassinio. Le tre parole (difendi, nega, deponi) sarebbero un riferimento a quelle usate dalle mutue private per negare i risarcimenti, evocative in due casi su tre del titolo del libro "Delay, Deny, Defend" del giurista di Rutgers, Jay M. Feinman, che critica le pratiche delle compagnie assicurative nel gestire i reclami.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA