(di Alessandra Baldini) - Donna baffuta: per il New York Times la leggera peluria sul labbro e sul mento potrebbe essere l'ultimo tabù della bellezza femminile. Milioni di donne al mondo se la tolgono, ma dev'essere proprio così, si chiede oggi il quotidiano, notando "un senso di vergogna più comune di quanto si pensi" anche se, secondo esperti, quasi la metà di tutte le donne a un certo punto nella vita si sono trovate o si troveranno a che fare con peli superflui sul volto.
Fastidiose mini-setole sul mento, sopracciglia senza controllo che convergono sul naso, un baffetto appena accennato sulle labbra non sono culturalmente la norma neppure tra le "ribelli del pelo" che hanno abbracciato come un manifesto gambe, braccia, ascelle e pube peloso. "Anche loro hanno tirato una linea sul fino a che punto si possono ribellare", ha detto al New York Times Breanna Fahs, docente di gender study all'Arizona State University e autrice del saggio "Unshaved: Resistance and Removal in Women's Body Hair Politics", mentre per la 25enne Claire Minter, una delle 900 donne che hanno risposto a un questionario del giornale, "i peli facciali potrebbero essere la nuova frontiera" nella definizione di cosa è femminile e cosa è moderno.
Donne come Claire sono una minoranza mentre l'industria dello "depilazione" ha fatto passi da gigante dai tempi della ceretta: nuove e innovative macchine permettono di combattere i peli facciali superflui e c'è solo l'imbarazzo della scelta tra costosi gadget a luce pulsata (IPL) che promettono un viso liscio e luminoso; il dermaplaning con l'uso di una polvere spray che rende invisibili anche i peli più sottili; e gli epilatori, dolorosi oggi tanto quanto lo erano vent'anni fa. Il mercato c'è ed è fiorente. Alla faccia dell'antico proverbio "donna baffuta è sempre piaciuta" (che peraltro potrebbe derivare da un errore di trascrizione, baffuta al posto di paffuta), oltre l'80% delle donne si sente a disagio per i peli sul volto. Secondo un sondaggio del 2014, tre donne americane su quattro tra i 18 e i 34 anni li rimuovono regolarmente. Il tutto nasce, per lo meno in America, da un senso di vergogna innato nell'Ottocento quando scienziati nel mondo occidentale - spiega Rebecca Herzig del Bard College in "Plucked: A History of Hair Removal" - usavano i peli facciali femminili per rafforzare l'idea della supremazia dei bianchi.
Quella peluria sul mento e sul volto veniva considerata una patologia equiparata alla pazzia, alla degenerazione e all'appartenenza a "razze inferiori" anche alla luce degli stereotipi ispirati dall'immigrazione: i peli in faccia sono più visibili tra le donne di origine sudasiatica, ispanica, mediorientale, nera e mediterranea, probabilmente perché indicatori come i livelli di testosterone nel sangue variano in base all'etnia senza necessariamente dover pensare a un disturbo ormonale.
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