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ANSAcom - In collaborazione con Soi
Solo il 30% dei pazienti affetti da Maculopatia ha regolare accesso alle cure salva vista. A destare allarme tra gli oculisti italiani c'è anche un altro problema: oggi, dall'equipe chirurgica in oftalmologia è stata esclusa la figura del Medico Anestesista. Se ne è parlato in occasione del 103° Congresso della Società Oftalmologica Italiana, in partnership con il 15th Congress of Italian Society of Refractive Cataract Surgery and Evaporative Dry Eye e la "Fondazione Insieme per la Vista" in corso a Roma. "Dopo i 70 anni una persona su tre sviluppa questa patologia della retina - spiega il Presidente Soi, Matteo Piovella- . Se non trattata non può che peggiorare. In Italia il 70% dei pazienti purtroppo non accede alle terapie necessarie. Non è stato possibile eliminare i condizionamenti di Big Pharma e limitare gli interessi economici alla base dello scandalo Avastin Lucentis evidenziati da Soi da ben 10 anni". Al centro del dibattito, anche l'esclusione dall'equipe chirurgica della figura del Medico Anestesista. "Se manca il medico anestesista si triplica il rischio di complicanze intraoperatorie. Questo mette a rischio i risultati della chirurgia - prosegue Piovella- con limitazioni del recupero della vista". Per gli esperti Soi, fondamentale poi calendarizzare le visite oculistiche presso il medico specialista. "La prima alla nascita, una seconda entro i tre anni, poi il primo giorno di scuola e in adolescenza per accertare la comparsa di miopia - dichiara Piovella-. A partire dai 40 ani è necessario fare una visita oculistica ogni due anni. I tempi tra un controllo e l'altro devono dimezzarsi dai 60 anni in poi, epoca in cui sarà necessario andare dall'oculista una volta ogni 12 mesi". Tuttavia, per accedere ad una prestazione di un medico oculista in convenzione con il SSN "si attende un anno - commenta Piovella -, anche nelle Regioni come la Lombardia in cui il Sistema Sanitario Regionale sostiene di essere più efficiente che altrove. Senza considerare che le strutture pubbliche non sono, ad oggi, dotate di strumentazioni tecnologicamente avanzate - prosegue-, quindi, gli oculisti che vi lavorano non possono garantire prestazioni che siano adeguate all'attuale evoluzione dell'oftalmologia ma soprattutto non possono attivare contestualmente alla visita oculistica l'effettuazione degli esami diagnostici necessari". Per la Soi, una immediata soluzione potrebbe essere "la previsione di compartecipazione del paziente alla spesa del SSN. In questo modo offriremmo la libertà di scegliere, anche a coloro in carico al SSN, tra tutti i trattamenti attualmente a disposizione, compresi quelli di ultima generazione", conclude.
ANSAcom - In collaborazione con Soi
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